Tab Article
Il primato rivendicato dalla Chiesa romana è una delle questioni più controverse e l'ostacolo principale alla riunione delle Chiese promossa dal movimento ecumenico. L'opera esamina i testi evangelici invocati dalla Chiesa di Roma, e inquadra nel loro contesto storico, al fine di precisarne il senso e la portata, i diversi dati pro e contro il primato romano che si riscontrano nei primi quattro secoli, che sono il periodo formativo della Chiesa. Durante questo periodo si registrano i primi sviluppi sia del fondamento teorico del primato rivendicato dalla Chiesa di Roma e dai suoi vescovi sia delle modalità del suo esercizio, ma anche le prime contestazioni che culminano durante la lunga crisi ariana. L'opera si conclude con i prolungamenti che ebbero gli sviluppi teorici e le modalità di esercizio del primato romano nel successivo mezzo secolo, fino al tempo del concilio di Calcedonia e di Leone Magno, con cui si conclude la prima fase dello sviluppo storico del primato romano, che vide le prime manifestazioni della tendenza all'arbitrio e al potere assoluto insita anche nella Chiesa romana come in ogni centro di potere. Come sottolineato nel Consilium de Emendanda Ecclesia del 1536, essa arriverà a «fare della volontà dei papi la legge della Chiesa, vero cavallo di Troia dal quale derivano tutti gli abusi e i mali della Chiesa» (cattolica), e anche vero grande insuperato ostacolo all'auspicata riunione delle Chiese.